"Parlo di una coppia di amanti che si incontrano sulle scale, attaccati a una saracinesca, sospesi sopra Milano tra le gambe di quella madonna dorata che tanto piccola non è.
Parlo di quelli che restano. Dei sopravvissuti. Delle famiglie.
Parlo di Milano. Della sua ferita che non ha sutura. Parlo della Piazza rimasta lì con un buco nel fianco coperto dalle lenzuola.
Parlo.
E le mie sono solo parole, perché non ero lì e non so altro che la sedia, rimasta in piedi, dei telegiornali... dopo...
dopo è cominciato tutto... Dopo."
Questo spettacolo vuole distaccarsi dalla mera elencazione dei fatti che portarono all’esplosione del dodici dicembre, per raccontare invece una storia d’amore.
Una storia d’amore in cui la bomba è sempre presente e che chiuderà poi la vicenda.
L’amore ha una sua eternità, ci dà la sensazione che possa sconfigge o quanto meno andare oltre la morte, e la nostra storia, per un attore e un’attrice, è quella dell’amore impossibile tra una ragazzo e una ragazza, ambientata a Milano nel 1969, negli ultimi cinque giorni che precedono lo scoppio della bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana.
La struttura dello spettacolo è lineare: un filo drammaturgico è costituito dalla storia d’amore tra i due protagonisti, che prende spunto nel suo svolgimento sia dalla canzone di Herbert Pagani “Albergo a ore”, sia dall'intramontabile tragedia di Shakespeare “Romeo e Giulietta”. La storia d'amore raccontata, infatti, ci accompagna dall’incontro tra i due, alla scoperta del loro amore impossibile perché ognuno di essi ha già dei vincoli sentimentali e una famiglia (pretesto questo anche per approfondire un aspetto della vita sociale di quei tempi in Italia, dove il matrimoni combinato e lo sposarsi non per amore era un'abitudine ancora diffusa e il divorzio ancora illegale), i conflitti nati dalla paura dell’abbandono, il coronamento della storia d’amore, e la morte come effetto collaterale dell’esplosione della bomba.
A questo primo “filone drammaturgico” si intreccia, attraverso monologhi, dialoghi, la storia di Milano nei cinque giorni che precedono lo scoppio della bomba, la storia degli avvenimenti che portarono all’esplosione. Questi contributi testuali saranno scritti da importanti esponenti della cultura e della politica milanese come Alessandro Bertante, giornalista e collaboratore di Repubblica Milano, Gianni Cervetti, allora vicesegretario della Federazione milanese del Partito Comunista ed ex europarlamentare, Eugenio Finardi, noto cantautore milanese, Piero Colaprico, scrittore e giornalista, Letizia Russo, drammaturga e attrice.
La tesi di fondo è che la strage di Piazza Fontana diede storicamente il via alla stagione del terrore in Italia, quella che poi fu chiamata dagli storici “strategia del terrore”: furono proprio quelle prime vittime ad aprire la porta a tutte quelle che seguirono, per questo quel giorno diventa così significativo, è la perdita dell’innocenza di un'intera città, di un’intera generazione, quella che arriva dalle lotte del 1968 e la vicenda dei due amanti diviene trasposizione personale di questa morte.
Il collante di questi avvenimenti è l’intreccio della storia dell’Uomo con la storia dell’Umanità, lo spaesamento tragico, l’horror vacui che ci coglie appena scorgiamo dietro la tenda della nostra vita l’ombra di una macchina che continua nonostante noi. La scoperta della fallibilità, della mortalità. La morte. Il lavoro quindi nasce per contrasto, se la Grande Storia è una ruota che ci passa sopra, o accanto, come per Manzoni, l’unica strada per sconfiggerla è l’Amore. A quello, si, l’uomo, può mettere la A maiuscola.
Lo spettacolo “Piazza Fontana, una storia d'amore” è stato in scena dal 9 al 20 dicembre 2009 presso la Sala della Cavallerizza del Teatro Litta di Milano.
Testo di Paolo Trotti con contributi di Alessandro Bertante, Gianni Cervetti, Piero Colaprico, Eugenio Finardi, Letizia Russo
Con Stefano Annoni, Chiara Verzola
Musiche originali Tommaso Ferrarese
Aiuto regia Luca Tripeni Zanforlin
Scena e costumi Katia Vitali
Regia Paolo Trotti
Spettacolo realizzato con il patrocinio e il contributo della Provincia e del Comune di Milano